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Vesuvio Pompei Ercolano

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“Pompei, una città romana conservata nella sua interezza, come se gli abitanti fossero andati via un quarto d’ora prima” (Chateaubriand)

Un tragico destino unì le sorti di Pompei ed Ercolano. Era il 79 d. C. quando l’eruzione del Vesuvio seppellì queste antiche città, che furono riportate alla luce solo molti secoli più tardi, quando sul trono di Napoli c’era Carlo di Borbone.
Un unico destino le accomunò, dunque, ma per il resto le due città furono completamente diverse e, difatti, le passeggiate tra le loro strade, domus, botteghe ci raccontano storie, destinazioni, stili di vita completamente differenti. Anche gli ultimi istanti di vita lo furono, malgrado fu la medesima eruzione a seppellirle, anche i rinvenimenti ed i reperti riportati alla luce lo testimoniano.
Commuove ed al tempo stesso meraviglia la visita a queste antiche rovine: da un lato si rivive quell’antica tragedia dall’altro ci si cala, quasi fosse un viaggio indietro nel tempo, nella la vita e nei luoghi di due antiche città romane, che oggi si presentano agli occhi dei visitatori esattamente come dovevano apparire ad un qualsiasi individuo nel I sec. d. C.
Giunti in quei luoghi bisogna concedersi anche una passeggiata sulle pendici del Vesuvio, fino sopra al cratere. Calpestando un terra nera, tra cespugli del tipico fiore giallo che ispirò pure Leopardi, la ginestra, si va alla scoperta della natura geologica di quei posti, di meravigliosi belvedere sul golfo di Napoli e dei migliori prodotti agricoli che lì sopra sono coltivati e prodotti: il Lacryma Christi, un vino DOC nelle sue varianti rosso, bianco e rosato, i pomodorini del piennolo e le albicocche.

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